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06 - Die Fackel e il fiammifero

Bologna 2 agosto 1980 - oggi

Una poesia di Andrea Zanzotto, da Idioma (1986)

martedì 2 agosto 2005

M.F. è rimasta letteralmente polverizzata dalla bomba alla stazione di Bologna, tanto che si dubitò a lungo se fosse realmente stata tra le vittime. Ridotta unicamente al suo nome. (N. d. A.)

Il nome di Maria Fresu

E il nome di Maria Fresu
continua a scoppiare
all’ora dei pranzi
in ogni casseruola
in ogni pentola
in ogni boccone
in ogni
rutto - scoppiato e disseminato -
in milioni di
dimenticanze, di comi, bburp.

[La bomba neofascista del 2 agosto 1980 esplose poco prima dell’ora di pranzo. Il motivo del pranzo (con allusione ai banchetti funebri) è espressione dell’indifferenza che cresce col tempo. Ma il puro nome della piccola Maria Fresu “continua a scoppiare” anche - e soltanto in un riverbero di senso aggiunto - in quella forma di dimenticanza amorosa, di esorcismo pur sempre colpevole che è il “pranzo” poetico (secondo una metafora cara a Zanzotto).
Oltre che dalla disgustata (e in parte autolesionistica) onomatopea finale (bburp), la rabbia engagée è marcata dalla secca brevità dei versi, dall’anafora di “in ogni” e dai due fortissimi enjambements (“in ogni / rutto” , “di / dimenticanze”).
Comi: è soprattutto il plurale di “coma”, che rimanda a un’indefinita sospensione della consapevolezza, legandosi al motivo del sonno in Idioma, ma connotandolo negativamente; “como” significa però anche “banchetto”, “gozzoviglia
”.] Nota dei curatori del Meridiano Mondadori Stefano Dal Bianco e Gian Mario Villalta.

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