Home > 05 - Scritture > Per l’Isolotto

05 - Scritture

Per l’Isolotto

Esercizio di vertigine toponomastica fiorentina o - chiosa tecnicamente piu’ assolutamente moderna e falsificabile al reticente Sull’haschisch di Walter Benjamin - dalla periferia del tempo

venerdì 15 settembre 2006, di Giulio Braccini

L’erba fresca è molto più buona, ma dà di meno. L’erba secca sa di meno, ma la botta è molto maggiore. Questa è secca.
lo Zuzza, una sera qualsiasi

Se tu vai all’Isolotto dal Centro o da Soffiano, dal punto di vista del guidatore sottohanna si tratta di due percorsi ontolosgihamente diversi.
Se vieni dal Centro sono tre svolte. Arrivo su’viali, a sinistra. Dopo il ponte alla Vittoria, a destra. E poi due svolte così vicine che si possono considerare una, a sinistra in via Pampaloni e a destra in via Corcos.
Soffiano, per quanto teoricamente, in linea d’aria, sia molto più vicino, e per quanto in via carrabile sia -un po’- più vicino, è veramente più lontano al conto delle svolte, che è quello che conta. Quando devo tornare da Soffiano di solito è perché ho riaccompagnato il Cianciu, che sta in via del Filarete. Dunque vai a sinistra in via di Soffiano, poi devi aspettare tre svolte, e non due e non quattro, ché sia due che quattro ti portano da tutt’altra parte, e dopo tre svolte svoltare a sinistra. Quindi affrontare un incrocio pericolosissimo, e quindi prendere una via torta che si chiama via Duccio di Buoninsegna, e incappare nei lavori. Questi lavori sono in corso da anni, e il loro lato diabolico è che sono sempre diversi. Una volta è bloccata via di Scandicci, una volta è bloccata via di Legnaia, una volta è bloccata via Andrea del Castagno, e te ti devi fermare in mezzo alla strada a leggere i cartelli stradali scritti in corsivo da operai albanesi per decidere quale percorso devi fare. Poi (mettiamo) prendi via di Legnaia, che è una via torta. Ora: io ho questa caratteristica, che quando arrivo in via Torta, in Centro, automaticamente mi perdo. Non so più dov’è il Nord, dov’è l’Est, dov’è l’Ovest, dov’è il Sud*. Il Nord è sopra l’Arno, ma dov’è l’Arno? Il Sud è sotto l’Arno, che non si sa dove cazzo è. L’Est è là dove ci sono le sorgenti dell’Arno, che chissà dove sono. E l’Ovest, naturalmente, è verso Pisa, alle foci** dell’Arno; ma dove cazzo è l’Arno? Non lo sai, perché sei in via Torta. Non è neanche da dire che tu sia in via Duccio di Buoninsegna o in via di Legnaia, che hanno questo di positivo, che sono a senso unico e perciò tu sai almeno che vai verso NordNordOvest, NordNordEst (la prima descrive un semicerchio che punta a Nord e volta verso Ovest, la seconda riprende per il Nord e svolta a Est!). No, quella è via Torta, e finisce dove comincia. Io comunque ero in via Duccio di Buoninsegna-via di Legnaia. Volti a destra in via pisana, a sinistra in via sant’Angelo, e qua c’è un semaforo che di giorno dura le ore, e che di notte è lampeggiante. Solo che se di giorno dura le ore c’è una ragione, e cioè che via sant’Angelo è una via secondaria che si immette in una via principale, il che significa che quelli della via principale, anche se non ce l’hanno, la precedenza se la pigliano, come per diritto di forza, e te ti devi fermare, e guardare se arrivano macchine. Poi giri a sinistra in via del Pollaiolo, superi un altro incrocio pericolosissimo, e giri a destra in via Lunga, che come suggerisce il nome è una via davvero lunga. Ma dopo poco, a diritto, c’è un sottopassaggio pedonale e giri a destra in via di san Quirico, che dopo pochi metri continua a diritto ma si chiama via Pampaloni, e già questa cosa che una via dopo pochi metri e senza perché cambi nome a me non mi piace punto. Vorresti andare a diritto, ma ti si presenta di fronte una finzione giuridica, in forma di Stop, per cui quelli che vengono da sinistra, da via Bezzuoli (che da pochi metri non è più la seconda parte di via Lunga -in senso inverso a quello che stai affrontando- oltre il passaggio pedonale, via Lunga che si vendica del suo nome diventando una via torta e piazzandoti di fronte uno Stop) - tu vorresti prenderti la precedenza, come per diritto di forza, perché è chiaro che la tua è la via principale in cui via Bezzuoli (ex via Lunga) si immette, ma almeno in seconda devi mettere, e rallentare per vedere che qualcuno che arriva da via Bezzuoli non si voglia prendere la precedenza.
E giri a sinistra in via Corcos e qua credi di essere arrivato, e invece c’è il parcheggio. Nel senso che fino a quattro o cinque anni fa trovavi parcheggio subito, il parcheggio non era un problema, il parcheggio Non c’era, finché non hanno costruito un palazzo sul frutteto a peschi dove fregavo le pesche da piccino, e da allora per trovare parcheggio ci vuole mezz’ora. Nel senso che dall’anno scorso il Governo Comunista di Firenze ha iniziato a costruire un palazzo abusivo su un’area destinata a verde dal suo stesso piano regolatore, ma se lle fa il Comune non si chiama abusivo, si chiama comunale, e da allora per trovare parcheggio ci vuole quaranta minuti. Ora te immagina questi quaranta minuti, nella via stretta, a cercare parcheggio. È come tornare a Itaca e trovarla piena di proci. È come tornare nella Contea e trovare che Saruman te la ha industrializzata. Un tradimento. E poi parcheggi e pensi che sia finita, e invece c’è il freddo, nelle centinaia di metri che separano la macchina da casa.
Ma alla fine c’è il letto caldo. Gli dèi ti hanno concesso una dolce morte nel tuo letto, da cui persino si rinasce - e non come ombre, mentre ora come un’ombra ti dissolvi nel buio.


* Se si guarda una carta geografica, il percorso di una scaramantica via crucis gestuale dovrebbe essere NordSudOvestEst. Ma se la carta geografica siamo noi Ovest ed Est, in questa sequenza, andranno invertiti.
** L’Arno, poco prima di Pisa, si apre in un piccolo delta, il cui ramo principale continua a chiamarsi Arno, mentre il braccio minore, lo "scalmiere", si chiama Arnaccio. Non si tratta dunque di un errore, né è presente alcuna suggestione scatologica, oltre a quella, ovvia, escatologica.

Messaggi

Un messaggio, un commento?

Chi sei?
I tuoi messaggi

Per creare dei paragrafi indipendenti, lasciare fra loro delle righe vuote.