L’ANTICORPO DELLA MODERNITÀ
UN FUTURISTA INATTUALE
A un secolo dalla prima uscita del Manifesto del Futurismo, Filippo Tommaso Marinetti è ancora un oggetto misterioso della letteratura italiana. Questo malgrado il movimento artistico a cui consacrò la vita e le fortune abbia un posto di tutto rispetto nel canone del Nove¬cento fissato dalle antologie scolastiche e dalla programmazione degli enti culturali. A giudicare dalle retrospettive, dai ritorni di fiamma di artisti e designer, (...)
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Leonardo Tondelli - Futurista senza futuro. Marinetti ultimo mitografo
A cento anni dal Manifesto futurista, celebrare Marinetti rimane un’ottima scusa per non leggerlo. Eppure riaprire i suoi libri (Mafarka il futurista, L’aeroplano del Papa, Come si seducono le donne, 8 anime in una bomba) ci consentirebbe di tuffarci in mondi mai esistiti, arredati con oggetti di modernariato alieni dal passato quanto dal futuro. Dietro all’entusiastico elogio della macchina, e alla sbandierata liquidazione del passato, s’intravedono le pulsioni più inquietanti della modernità, e il disagio di un letterato che nell’alba del progresso tecnologico ha riconosciuto il tramonto della civiltà delle lettere. Più che un precursore del nuovo mondo, un epigono sfortunato ma cocciuto, disposto a sperimentare ogni sorta di novità, a patto di salvare il suo ruolo di poeta, vate, narratore; disponibile a sostituire la cavalleria con le autoblindo, ma non a cedere le redini del gioco.