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11 - Che il gallo canti pure
Movimenti di pensiero. Werewere Liking
"Nella mia tradizione l’iniziazione femminile più importante porta il nome della lumaca"
giovedì 4 ottobre 2007, di
Per quanto tempo ancora dovremo parlare loro
dell’età d’oro della madre, delle differenze senza dramma.
(Molara Ogundipe)
Scrittrice, drammaturga e intellettuale di origine Bassa (Camerun), fondatrice di un movimento artistico-profetico con sede in Costa d’Avorio, Werewere Liking ha intrapreso un percorso “auto-etnografico” diverso da quello di Ifi Amadiume. Avvicinatasi alla fine degli anni settanta all’etnologia africanista attraverso un’esperienza di collaborazione, come informatrice e mediatrice sul campo, con una missione etnografica francese, Liking ha condotto gran parte delle sue successive ricerche antropologiche sulle culture femminili africane insieme ad un’etnologa francese, Marie-José Hourantier. Più che porsi in contrapposizione con l’antropologia occidentale, di cui comunque contesta la matrice evoluzionista e primitivista (1) , Liking si è dedicata maggiormente ad un lavoro di traduzione, rielaborazione e attualizzazione dei saperi tradizionali africani, funzionale all’elaborazione di un patrimonio panafricano di saperi e pratiche femminili, capace di orientare e rafforzare il processo di empowerment delle donne africane

contemporanee.
A parte la collaborazione con Hourantier, i rapporti di Liking con l’Europa e gli Stati Uniti hanno riguardato principalmente la sua carriera di regista teatrale e scrittrice sperimentale (2) , mentre è sul continente africano, percorso in lungo e in largo a partire dalla fine degli anni settanta, che l’intellettuale camerunese ha elaborato il suo pensiero panafricanista femminista.
Fra le preoccupazioni della Liking, ricercatrice all’università di Abidjan all’inizio degli anni ottanta, vi è la volontà di fornire una risposta ai quesiti posti dalle giovani generazioni che vivono in particolar modo il disorientamento causato dalla crisi dei modelli di socialità e dai conflitti di potere fra generazioni e gruppi sociali all’interno della moderna società africana. La ricerca di Liking si concentra su due questioni: il recupero e la valorizzazione del ruolo della donna all’interno della società contemporanea africana, attraverso la formulazione di un pensiero che affianca al femminile gli elementi della divinità e dell’ermafroditismo; e la perorazione di una società di individui liberi da ogni forma di dipendenza.
Nei suoi lavori più teorici (3) , Liking prende una posizione molto netta nel dibattito intorno alla tradizione, rifiutando categoricamente l’idea di una tradizione cristallizzata, sempre uguale a se stessa, cui si può tributare solo fedeltà ed obbedienza. Liking sostiene invece una concezione della tradizione come patrimonio di valori, saperi e pratiche continuamente riformulato, riadattato in funzione dei processi sociali in atto. È in questo quadro che Liking riflette sulla possibilità di un recupero delle iniziazioni praticate nelle culture indigene africane: la posta in gioco consisterebbe nel fornire uno strumento di emancipazione ai giovani africani divisi fra l’adesione ad un’ideologia della modernità totalmente appiattita su un modello di consumismo funzionale al mercato neocoloniale, e l’adesione ad un’ideologia della tradizione manipolata dai poteri locali in funzione conservatrice.
Liking propone una concezione dell’iniziazione come pratica continuamente adattabile ai tempi e alle necessità della società. Tale visione appare chiaramente nel suo studio dei saperi iniziatici femminili Bassa, patrimonio di riferimento per la sua produzione femminista. In un compendio di presentazione dei principali elementi dei saperi Bassa (4) , scritto per i membri della comunità di artisti fondata ad Abidjan nel 1985, Liking trascrive i saperi ricevuti dalla nonna paterna, Ngo Biyong Bi Kuban, protagonista del movimento di resistenza camerunese contro il potere coloniale. Nel compendio, i canti dello Mbée (la Genesi secondo i Bassa) risultano produzioni continuamente arricchite dalle generazioni: così, insieme al canto più antico della cosmogonia Bassa, quello della «rivelazione del Dio Hilôlômbi», Liking riporta anche i canti

composti da Ngo Biyong Bi Kuban e dalle altre donne Bassa all’epoca delle lotte anticoloniali (5) .
In quest’ottica, il recupero di saperi contenuti nelle iniziazioni femminili precoloniali non rappresenta un ritorno ad un sistema di relazioni fra generazioni improntato ad un ordine “anti-moderno” della dipendenza, bensì una possibilità di rielaborazione, da parte delle nuove generazioni, di modelli di potenza e solidarietà femminili non normativi né autoritari, ma adattabili ai tempi e alle situazioni. Non a caso per Liking una delle chiavi di interpretazione di tali saperi è l’ermafroditismo, a significare che la vera emancipazione delle donne africane deve avvenire nel segno della trascendenza della distinzione sessuale, nel superamento dell’organizzazione gerarchica della differenza, per la piena affermazione della potenza creatrice di un femminile irriducibile ad ogni biologismo o ontologia stereotipata:
Nella mia tradizione l’iniziazione femminile più importante porta il nome della lumaca, koo. Si tratta di un’iniziazione attraverso cui la donna deve passare per liberarsi di tutto quello che la limita, e recuperarlo come risorsa. La donna iniziata impara a soddisfare se stessa, sessualmente e socialmente, ad essere indipendente economicamente col proprio lavoro, e ad assumere la responsabilità della vita, davanti all’uomo. (...) La lumaca è un simbolo di autonomia per la donna che, in quanto ermafrodita, deve assumere su di sé tanto il maschile che il femminile (6) .
Il filo rosso che Liking dipana fra i canti dei saperi iniziatici femminili tradizionali, i canti composti dalle donne Bassa durante le lotte per l’indipendenza del Camerun ed il canto della “misovira” della società postcoloniale incrina le rappresentazioni naturalizzate della retorica nazionalista maschile, restituendo il respiro di una storia continentale, abitata dalla presenza di un femminile dalle molteplici «immaginazioni creatrici che rinnovano il mondo /ricreano l’amore ricreano la vita / ricreano la fede ricreano la potenza» (7) .
Note
1 - Si legga a questo proposito Elle sera de jaspe et de corail: journal d’une misovire, L’Harmattan, 1983, manifesto programmatico del suo pensiero.
2 - Ho scritto sulla produzione letteraria e teatrale di Liking in Werewere Liking: un’arte del desiderio, «DWF», 1 (69), 2006, pp. 16-28.
3 - Marie-José Hourantier, Werewere Liking, Jacques Scherer, Du rituel à la scène chez les Bassa du Cameroun, Nizet, 1979; W. Liking, Elle sera de jaspe et de corail, journal d’une misovire, cit.; Werewere Liking, Une vision de Kaidara, NEA, 1984; W. Liking, Les rassembleuses de danses, «Cahiers de la Francophonie», n. 8, 2003.
4 - Ntôrôl Tchôrôt, alias Werewere Liking, Enseignement Ki-Yi Mbock: l’Ultime Savoir de l’Univers, manoscritto inedito, pagine non numerate, 2002.
5 - Il Camerun ha avuto una delle più sanguinose lotte anticoloniali dell’Africa subsahariana. Nel suo ultimo romanzo, recentemente tradotto in Italia da Baldini e Calstoldi con il titolo La memoria amputata, Liking narra il ruolo avuto dalle donne Bassa durante quegli anni di lotta, speranza e sofferenza.
6 - Intervista a Werewere Liking, a Abidjan il 24-01-2004 e riportata per esteso nel volume di documenti annesso alla mia tesi di dottorato su Profetismo artistico e creazione letteraria nell’opera di Werewere Liking, Università di Siena – Université Paris VIII, 2005, in via di pubblicazione.
7 - W. Liking, Elle sera de jaspe et de corail, journal d’une misovire, cit., p. 19.